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RICHARD MEIER - Geometrie e audacia

17/3/2020

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Richard Meier. Photo Yoo Jean Han
Tutti noi progettisti durante il percorso di studi ci siamo ritrovati davanti ai progetti dei Grandi, le famose Archi Star, li abbiamo conosciuti , studiati e pian piano ci siamo  appassionati ad ognuno di loro.
Ma poi qualcuno rispetto ad altri ci è rimasto maggiormente nel cuore, ed è proprio in quell'esatto momento che arriviamo a conoscere e ad avvicinarci al Nostro proprio stile.

Io ricordo di aver scoperto l'architettura di Richard Meier, all'inizio delle superiori, sfogliando una rivista di architettura che a casa eravamo soliti tenere.
Avrei dovuto presentare un progetto da li a poco, per Tecnologia delle costruzioni, se non erro, ma di una cosa sono certa, ricordo ancora oggi quel suo bianco candido, le vetrate enormi e le geometrie squadrate con cui firmava i suoi progetti. 

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Le opere di Richard Meier sono conosciute per gli edifici audaci e geometrici, espressi in un bianco luminoso, colore che è convinto esalti la natura e rifletta il mondo. Tra gli architetti viventi più apprezzati del contemporaneo, Meier ha dedicato cinque decenni al suo settore e ha realizzato progetti in tutto il mondo.
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Considerato fra i principali esponenti dell'architettura contemporanea, Richard Alan Meier, noto come Richard Meier, è indicato spesso come il più classico tra gli eredi della lezione modernista e, in particolare, dell’opera di Le Corbusier, maestro conosciuto durante uno dei frequenti soggiorni dell’architetto americano in Europa.

​Membro del famoso gruppo di architetti modernisti "Five Architects" (Peter Eisenman, John Heiduk, Michael Graves, Charles Gwathmey e Richard Meier), che si rifacevano appunto
al linguaggio di Le Corbusier.

Richard Meier (nato nel 1934) ha condotto la sua attività dal 1963.
Esordisce, come spesso capita, attraverso la progettazione di una serie esemplare di case unifamiliari, che gli procurano l'attenzione della critica: tra queste, l’abitazione per la propria famiglia a Essex Fells (1965); la Smith House a Darien, in Connecticut (1965-1967), che segna il debutto di un processo progettuale basato sulla contrapposizione di componenti opposte ma in equilibrio, come forma e struttura, arte e tecnica, e che introduce il tema della memoria intesa come invenzione .
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Vincitore 
del premio Pritzker ha costantemente posto limpidezza formale, luce e astrazione al centro della sua opera.  In egual modo impegnato nella pedagogia, Meier sostiene anche il ruolo dell’architettura nel governo, nell’istruzione e nella comunità.

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Smith House
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E allora, cosa ne pensi di questo Architetto? ti piace? lo conoscevi già? 
Fammi sapere nei commenti qui sotto qual è il tuo architetto preferito o se vuoi che ti presenti qualche altra Archistar
​sono curiosa di sapere la tua opinione


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A casa dei designer Eames

30/1/2020

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Vi presento la casa studio di Ray e Charles Eames a Los Angeles, nata originariamente come casa-modello per riflettere lo stile di vita del dopoguerra, oggi testimonianza di quello che è stato il loro contributo all'architettura e al design.
​Forme e strutture incarnano allo stesso tempo il particolare e l’universale, mostrando il modo in cui, nell’architettura moderna, acciaio e vetro possono essere combinati in un’esplosione di colore e creatività e, soprattutto, essere utilizzati nella quotidianità.
​
Si trova nel quartiere di Pacific Palisades, costruita nel 1949 su un prato ombreggiato da eucalipti  a due passi dalle onde del Pacifico, e se avete letto alcuni dei miei articoli , saprete di certo che questi due di cose ne hanno progettate davvero tante!
Ho letto una bellissima frase che dice, "entrare a casa loro, è un po’ come avere accesso all’antro dello stregone" e in effetti rende benissimo l'idea. Sono stati la coppia per eccellenza nel mondo della progettazione e della creatività, ​e non si può non volerli conoscere più da vicino o meglio, più nel loro quotidiano.
​Vi ricordo che molti dei loro iconici oggetti sono parte delle collezioni permanenti di musei come il MoMa di New York.
FotoSuperficie: 140 m² la casa e 90 m² circa lo studio
La Eames House nacque inizialmente come risposta all’appello della rivista Arts & Architecture che lanciò una sfida con il suo “Case Study House Project”: chiese agli architetti di immaginare le case adatte al lifestyle del dopoguerra. Il programma delle Case Study Houses  fu avviato nel 1966 e portò alla realizzazione di 23 edifici residenziali moderni che sfruttavano e celebravano le tecnologie industriali del tempo. Il progetto degli Eames si chiamava, allora, Bridge House e venne pubblicata come Case Study House #8. Volevano rispondere alle esigenze di una coppia che viveva e lavorava insieme.


​Inizialmente al progetto della casa dovevano collaborare gli Eames e l'architetto Eero Saarinen, e questa avrebbe dovuto aggettare in modo molto marcato dalla collina, una costruzione di tipo palafitta sull'oceano- ecco perché il nome iniziale Bridge House - e sarebbe stata protetta dalla vicina Case Study House No. 9.
In seguito la collaborazione con Saarinen terminò e nel 1947 i coniugi Eames semplificarono il progetto e sistemarono l’edificio sul fianco della collina, lungo un muro di contenimento (vedi foto accanto).

Charles e Ray semplificarono il progetto mantenendo la struttura standard in acciaio del primo disegno, mentre fecero fare le fondamenta parallele al fianco della collina con un muro di contenimento di cemento lungo quasi cento metri.




Le travi di sostegno del tetto sono spesse 30 cm che sono a vista all’interno. La casa è organizzata in moduli larghi 2,3 metri, profondi 6 metri e alti 5,1 metri; sul lato ovest uno dei moduli è all’aperto, i restanti, invece, sono nel volume costruito.
La struttura è composta di due parallelepipedi di acciaio alti due piani, collegati da un cortile con pavimento di mattoni e piante in vaso. Sulla facciata esterna della casa, che ha grandi vetrate a tutta parete che creano una fluida connessione tra interno e esterno, spiccano pannelli rossi, blu e oro.
 

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Per gli Eames, il design non poteva né doveva mai essere un esercizio di stile. Doveva invece offrire soluzioni concrete a problemi: la premessa di quello che oggi chiamiamo “design thinking” e applichiamo anche ad altri campi: “il design è un metodo d’azione. Bisogna sempre considerare il metodo di lavoro per risolvere i problemi piuttosto che l’apparenza fisica del risultato. Buon design è l’espressione di un problema risolto”. Il loro metodo era partire da “un luogo puro” come la passione (“lavorare sempre e solo su cose in cui si crede”), cercare aiuto nella collaborazione con altri, dedicare grande attenzione alle fasi iniziali di preparazione così da consentire un alto livello d’improvvisazione nella fase creativa e, soprattutto, considerare più soluzioni osservando il problema da diverse angolazioni: ovvero iterazione.
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Tra i maggiori esponenti dell’Organic Design e al contempo tra i più grandi designer del secolo, Charles e Ray Eames dimostrarono praticamente come il design moderno possa ma soprattutto debba servire a migliorare la qualità della vita, la conoscenza e la comprensione. La loro casa è un vero e proprio monumento a tutti questi concetti di funzionalità, bellezza ed etica.
Photo credits: pinterest

Spero che questa breve descrizione sia stata di tuo interesse, o comunque che ti possa stuzzicare nell' approfondire questo magico Duo! 
Ma ora, dimmi di te, li conoscevi  già? dell'abitazione hai mai sentito parlare?   hai qualche loro opera? ti piace la casa?  
Fammi sapere tutto nei commenti qui sotto, non vedo l'ora di leggere cosa ne pensi 

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